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Between invention and imagination: André Corboz and the territory as palimpsest
I noti contributi di André Corboz (1928-2012) alla storia dell’urbanistica e all’analisi dell’attuale realtà urbana si muovono tra storia dell’arte e storia dell’architettura. In un periodo definito meno dal neostoricismo urbanistico che dalla riflessione critica sulla modernità, egli coniò espressioni quali “ipercittà” e “territorio come palinsesto”. Sebbene Corboz abbia assistito al cambiamento culturale associato al postmodernismo, non fu tra i protagonisti di questo dibattito, eccetto forse riguardo al tema della tutela urbana e storica. Con l’introduzione del concetto di “rianimazione” nella propria riflessione, Corboz divenne debitore di Umberto Eco e della sua idea di opera d’arte aperta. Un appassionato interesse per il progetto illuminista e per la rappresentazione di uno spazio urbano protoindustriale erano già presenti nel titolo e nella finalità del suo primo libro: Invention de Carouge. 1772–1792 (1968). Laureatosi in legge nel 1952, Corboz ebbe una tortuosa carriera accademica. Nel 1980 presentò la sua tesi dottorale su La Venise imaginaire de Canalettoall’antropologo francese Gilbert Durand e diventò il successore di Paul Hofer presso l’ETH di Zurigo.
L’esposizione mappa il “nomadismo disciplinare” (Bernardo Secchi) di uno studioso che ha navigato tra i vari campi del sapere. Ora è possibile, presso l’Accademia di architettura, seguire le traiettorie intellet- tuali delle sue ricerche e approfondirne gli specifici contesti tematici. Il completamento, nel 2017, della catalogazione dei 23’757 libri appartenenti al Fondo Corboz, conservati rispettando l’ordinamento della sua biblioteca personale, arricchisce il patrimonio della Biblioteca dell’Accademia aprendo agli studiosi nuove prospettive di indagine. Inoltre la cospicua documentazione conservata a Palazzo Turconi include materiali di lavoro privati che testimoniano una carriera durata mezzo secolo. L’archivio iconografico, costituito da 43’371 diapositive e 28’291 cartoline, rivela un Corboz esperto fotografo. L’esposizione illustra come i viaggi e la fotografia hanno stimolato una creatività intellettuale che ha portato a una straordinaria interpretazione dello spazio.